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American Jesus dei Bad Religion e l’ipocrisia dietro all’ “Abbiamo Dio dalla nostra parte”

Sviscerare un mito americano è un’occasione troppo ghiotta per non sfruttarla, così avrà pensato Greg Graffin alla frase di George W. Bush sulla Guerra del Golfo: “Vinceremo perché abbiamo Dio dalla nostra parte”. Uno statement potente, ma che non passa inosservato e che fa nascere un capolavoro dei Bad Religion. 

Radio Nowhere blog: musica

American Jesus è un pezzo dalla forte energia punk, con la componente anarcho-punk nel testo e il marchio di fabbrica tipico della band, che, per sviscerare il mito, fa come i Dead Kennedys, gioca a far la parte del cattivo e dell’americano medio convinto che si vinca una guerra perché Dio si schiera con loro. 


La prima strofa parla dell’isolazionismo di matrice americana, ovvero il non voler far parte di una comunità internazionale e di dipendere principalmente da sé stessi, ma con il sogno di esportare questo modello ad altri stati e di imporlo a tutti i costi. Su questo scenario si palesa, nel ritornello, l’American Jesus, che cammina sulle autostrade ed aiuta il presidente a diventare sempre più forte. 

La provocazione continua nella seconda strofa, dove emerge il razzismo tipico degli americani, che provano pena per chiunque non lo sia, dicendo che gli stranieri possono solamente copiare la loro moralità e visitare gli USA, ma non rimanerci. Questo è un chiaro riferimento all’immigrazione e alle politiche contro di essa, che si ritrovano nell’attualità, in cui si discrimina chiunque non sia americano e dove il protagonista afferma con presunzione che Dio vive proprio in America, donando al popolo stelle e strisce il privilegio di sentirlo come proprio connazionale.


Dopo il secondo ritornello, uguale al primo, arriva il bridge in cui c’è un gioco tra Graffin e il coro formato dagli altri componenti della band. Graffin esalta i miti americani, come la forza dell’esercito e delle armi a disposizione, il coro gli risponde rafforzando i concetti espressi nei miti con delle piccole frasi slogan, che risuonano come una preghiera. Dopo un doppio ritornello, in cui il Gesù americano è ancora più furioso ed opprimente, la canzone si chiude con un coro che riprende il Pledge of Alliance e ne recita una parte come se fosse una preghiera: “Una nazione al cospetto di Dio”. Una chiara critica al fanatismo religioso e alla fede cieca, che viene condizionata dalle visioni politiche e dalla convinzione che credere in Dio renda automaticamente una persona dalla parte giusta della storia, anche se va a distruggere un altro Paese e a compiere massacri nel mondo per accontentare la visione capitalistica degli USA. 


American Jesus dei Bad Religion è una potente critica agli Stati Uniti e al pensiero politico americano, soprattutto in materia di politica estera. Perché emergono i fenomeni di “esportazione della democrazia” ai danni di chi è contrario all’egemonia americana, ma anche di convincimento delle fasce popolari meno istruite che ciò sia giusto e che sia un disegno voluto da Dio, cercando così di far leva sulla fede per avere il consenso popolare. 


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