Amsterdam non è un film notevole, ma colpisce per alcuni dettagli. Innanzitutto, l’uso dei colori: nelle scene cittadine relative alla parte iniziale della pellicola, si nota l’attenta alternanza di quadri dai colori freddi e di momenti dove prevalgono toni più caldi. Negli interni, soprattutto, si assiste prevalentemente all'utilizzo di colori più luminosi, tendenti al giallo e al verde: si noti, tra l’altro, la cura della scelta degli abiti, i quali, in alcuni momenti, si uniformano intorno a medesime tonalità. Nelle scene esterne, come in quelle riguardanti alcuni flashback sulla Grande Guerra, dominano, invece, atmosfere più fredde e cupe. Questo avvicendarsi di toni caldi e di toni più mesti riguarda l’intero film, che si rivela molto accurato sul piano cromatico.
L’opera può a tratti essere definita grottesca ed è pervasa da un’ironia in un certo senso sarcastica e cinica, com'è percepibile dalla stramba rappresentazione che viene fatta delle sventure in cui incappano i protagonisti. C’è, nel film, un clima ironico che ricorda quasi certe atmosfere di Woody Allen. Tutta l’opera è caratterizzata da una forte bizzarria, che si esprime anche in una recitazione piuttosto caricata – soprattutto per quanto riguarda alcuni personaggi. Questo stile è funzionale alla creazione di caratteri eccentrici, dotati di proprie peculiarità, legate alla mimica e alla gestualità: si veda, tra gli altri, il personaggio di Tom Voze (Rami Malek), il quale è praticamente una macchietta.
Amsterdam presenta, a mio avviso, anche altri richiami o quantomeno “déjà-vu cinematografici”. Alcuni momenti relativi alla disperata corsa di Burt Berendsen (Christian Bale) e dell’amico Harold Woodsmar (John David Washington) ricordano – molto da lontano, certo – alcune immagini di C’era una volta in America (Sergio Leone, 1984): in effetti, anche in questo caso, l’inizio del film è collocato a New York
nel 1933 e vi compare nuovamente Robert De Niro. Inoltre, il trio composto da Burt, Harold e Valerie Voze (Margot Robbie) riporta alla mente quello formato dai protagonisti di Jules et Jim (François Truffaut, 1962), sia pure con esiti estremamente diversi.
Un aspetto che dona efficacia e dinamismo al film è senz'altro la recitazione di Christian Bale: scattante e vivace, l’interpretazione di Bale è davvero ben riuscita, anche grazie alla grande mobilità ed espressività del volto dell’attore. Anche il resto degli interpreti, in parte funzionali alla creazione di quadri comico-grotteschi, si rivela all'altezza della mansione e molto adeguato anche a livello visivo.
Amsterdam regala, se non altro, un messaggio positivo e speranzoso. Oltre all'interessante spaccato storico, il film propone un ideale di vita basato sui valori dell’amicizia, dell’amore, dell’onestà. E una simile visione, espressa oltretutto con calore e dolcezza, malgrado possa apparire banale, non è affatto superflua. Mai.
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