Quando si parla di esponenti dell’Impressionismo non ci vengono di certo in mente nomi femminili, eppure una delle più grandi esponenti di questa corrente artistica nonché una delle fondatrici è una donna, Berthe Morisot. Musa e grande amica di Édouard Manet, è riuscita a farsi strada in un ambiente prettamente maschile ed essere la prima tra le sue colleghe a prendersi un posto nel movimento.
Berthe Morisot nacque 14 gennaio 1841 a Bourges, in Francia. La sua famiglia apparteneva all’alta borghesia francese: il padre Edme Morisot era un impiegato alla Corte dei Conti, e sua madre Marie-Joséphine-Cornélie Thomas era la figlia del celebre pittore Jean-Honoré Fragonard. Berthe aveva due sorelle Yves e Edma, e un fratello di nome Tiburce.
L’arte “le scorreva nelle vene” fin dalla tenera età e nel 1851, quando la famiglia si trasferì a Passy nei pressi di Parigi, la ragazza entrò davvero in contatto con un grandissimo centro artistico e culturale. Un’importante influenza arrivò anche dai genitori che aprirono le porte della loro dimora ad intellettuali e artisti.
Berthe non poté frequentare l’Accademia, l’Ecole des beaux-art avrebbe aperto le sue porte alle donne solo nel 1897. La famiglia della giovane, per questo motivo realizzò un atelier artistico tra le mura di casa dove le figlie poterono prendere lezioni di pittura sotto la guida del pittore Geoffrey-Alphonse Chòcarne e poi di Joseph Guichard. La passione per le belle arti crebbe nel cuore di Berthe, anche grazie a quest’ultimo, il quale permise alla giovane di esercitarsi nella pittura attraverso la copia dei dipinti di grandi maestri. La giovane visitò il Louvre numerose volte e attraverso lo studio delle tele di Raffaello Sanzio e Rubens ebbe la possibilità di crescere anche sotto il punto di vista artistico.
Gli studi che la Morisot condusse furono perlopiù dei grandi classici della pittura, ma Berthe mostrò fin da subito una certa insofferenza verso le rigide regole e le convenzioni dell’arte classica. Guichard colse questa sua necessità e la introdusse al pittore Achille Oudinot, che riuscì ad inserirla nell’atelier di Jean-Baptiste Camille Corot. Morisot entrò, così, in contatto con la pittura en plein air e ampliò il suo rapporto con la natura. La pittrice si avvicinò, in quegli anni, ai colleghi pittori Puvis de Channes, Degas e Fantin-Latour, ma fu l’incontro con Édouard Manet che cambiò radicalmente la sua vita. Lo incontrò nel 1868, quando si trovava con la sorella Edma al Louvre. Mentre era intenta a copiare Lo scambio di Principesse di Rubens, Manet si trovava nei paraggi insieme al pittore Fantin-Latour. «Trovo in lui una personalità affascinante che mi piace infinitamente» confessò Berthe ad una delle sue sorelle. Manet, a sua volta, rimase sconvolto dalla ragazza “riservata e che parlava a voce bassa, sottile come un giunco, occhi neri e profondi, che amava vestirsi di nero e all'ultima moda e leggere romanzi in voga”.
All’epoca Manet era sposato e questa loro relazione non fu mai accertata. Il loro rapporto fu di certo un punto fondamentale nella vita di entrambi, ed aldilà dell’aspetto romantico influenzò molto l’arte di entrambi. Berthe Morisot divenne la modella d’elezione di Manet e in pochi anni la ritrasse in ben undici delle sue opere tra cui Il balcone, Berthe Morisot con il ventaglio e Berthe Morisot con un mazzo di violette.
Il rapporto con il pittore fu uno stimolo per la pittrice e nel 1874 divenne cognata proprio di Manet sposando il fratello Eugéne. Il matrimonio tra i due fu un matrimonio felice ed equilibrato. Morisot trasformò la propria casa in un vero e proprio centro per intellettuali. Vennero invitati artisti come Zola, Mallarmè, Rossini, Renoir, Daumier, Monet e Degas.
Grazie all’influenza di Manet, Berthe scoprì e fece propria la poetica impressionista. Poetica che colse perfettamente in opere come Veduta di Parigi dal Trocadero e, soprattutto, La culla, forse la sua tela più celebre.
Con l’opera La culla, eseguita nel 1872 ed esposta a Parigi nel 1974 in occasione di una grande mostra impressionista, Berthe Morisot divenne di fatto la prima donna a far parte del gruppo. Il quadro della Morisot riesce a cogliere e rendere eterno un momento di intimità familiare, mentre immortala sua sorella Edma mentre veglia sulla sua bambina Blanche. La pittrice riesce a catturare perfettamente e con estremo naturalismo l’affettuosa quotidianità del suo soggetto. La sorella viene rappresentata con un’espressione intensa, assorta in chissà quali amorevoli pensieri. Traspare un bellissimo istinto di protezione materno nel gesto della donna di sfiorare appena un lembo della tendina come ad intromettersi tra lei e l’osservatore ponendolo a protezione della culla. Sia la madre che la neonata vengono raffigurate con un braccio piegato, come a simboleggiare un’affinità psicologica tra madre e figlia. L’opera regala allo spettatore una sensazione tenue e delicata, come se a guardare quella tenera scena ci si senta di troppo.
La reazione per questo dipinto, come spesso accade, non fu molto omogenea, sollevò molte critiche.Tuttavia la pittrice dopo aver affrontato le critiche a testa alta, non riuscì a vendere La culla, quadro che anche dopo la morte rimase nella sua famiglia, fino all'acquisizione nel 1930 del museo del Louvre. Dal 1986 l'opera è esposta al Museo D’Orsay, trovando così la sua collocazione definitiva.
Il 1873 segna un momento particolarmente importante, quando si associò al nascente movimento impressionista, e fonda con Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir “La società anonima degli artisti, pittori, scultori, ecc.”. Con loro al fianco, nel 1874, allestì una mostra alternativa nello studio del fotografo Nadar in cui espose in veste di unica donna partecipante con ben nove opere tra acquarelli, pastelli ed olii.
Questo avvenimento suscitò molto malcontento e sdegno nel mondo degli accademici (tra cui il suo vecchio insegnante Guichard). I suoi dipinti vennero apprezzati per la delicata poetica e la pittrice continuo a frequentare ed essere sempre più presente alle mostre degli Impressionisti. Nel 1879 nacque sua figlia Julie, un avvenimento che rallegrò moltissimo la pittrice, che rinunciò per un breve periodo alla propria vita sociale e all’attività pittorica. Col tempo Berthe Morisot divenne una delle voci più potenti del movimento.
Nel febbraio del 1895 si ammalò di una grave polmonite per la quale morì il 2 marzo dello stesso anno.
Fu sepolta nella tomba della famiglia Manet, nel cimitero di Passy. La sua lapide reca una sola scritta, «Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet», senza alcun accenno alla sua feconda carriera di artista; del resto, anche il suo certificato di morte reca la dicitura «senza professione». Nel primo anniversario della sua scomparsa la galleria Durand-Ruel organizzò una retrospettiva con 394 tele, disegni e acquerelli, così da rendere omaggio alla stimata e talentuosa defunta.
Berthe Morisot rappresenta una delle interpreti più vivaci e fantasiose del movimento impressionista. È importante ricordare che assieme alle sue colleghe Mary Cassat, Eva Gonzalès e Marie Bracquemond, è stata una delle poche pittrici impressioniste
Lo scrittore e poeta George Moore a proposito di Morisot disse «Soltanto una donna ebbe la capacità di creare uno stile, e quella donna fu Berthe Morisot. I suoi quadri sono le uniche opere che non potrebbero essere distrutte senza creare un vuoto, uno iato nella storia dell'arte» sottolineando la caparbietà della donna di trovare una sua indipendenza in un mondo di soli uomini. Berthe Morisot incarnò alla perfezione lo stile e i caratteri dell’Impressionismo. Dipingeva spesso all’aperto così da poter assorbire la luce solare e modularla ai cambiamenti. Caratterizzante un tratto sciolto, quasi come fosse improvvisato e utilizza colori chiari e pennellate veloci e leggere.
Dal punto di vista dei temi Berthe Morisot cercò sempre di cimentarsi in marine, paesaggi, ritratti en plein air. I continui pregiudizi di cui fu vittima non resero il suo lavoro facile. Ebbe grandissime difficoltà a dipingere all’aperto o in luoghi pubblici e rimane pertanto indifferente a tematiche sociali riguardanti la vita parigina dei tempi.
Studiando un po’ le sue opere si può notare, infatti, che i soggetti che la pittrice prediligeva sono soggetti femminili, scene di vita quotidiana. Una grandissima e fondamentale fonte d’ispirazione fu la propria famiglia, il suo microcosmo (dipinse tantissime volte anche la figlia Julie). Berthe Morisot non fu un’artista mai banale o superficiale, una caratteristica costante delle sue opere è infatti un’analisi psicologica dei suoi soggetti.
La sua arte suscita leggerezza e le sue opere regalano libertà e delicatezza, due componenti che non sono di certo mancate nella vita di questa coraggiosa donna che è riuscita a trovare la sua libertà in un mondo di uomini.
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