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Immagine del redattoreDavide Bonamici

Eskorbuto: una “Historia triste" punk dai Paesi Baschi

Aggiornamento: 15 ago

Difficile poter definire gli Eskorbuto: rivoltosi e maledetti, poeti e guerrieri, o più semplicemente figli della guerra punk contro le ingiustizie, i dolori generazionali e, nel caso della band, dall’oppressione spagnola sul Pais Vasco.

Gli Eskorbuto sono, insieme a La Polla Records ed ai Kortatu, la band che ha portato il punk in Spagna e che ha fatto incontrare i movimenti per l’indipendenza di Euskadi con la musica, dando voce alle proteste e al desiderio di libertà della comunità autonoma basca. Il gruppo nasce nel 1980 a Santurtzi ed è formato da Juanma Suarez (basso e voce), Iosu Exposito (chitarra e voce) e Pako Galan (batteria).

Il debutto è dirompente e si discosta dall’umorismo del tipico rock spagnolo, infatti, va ad abbracciare tematiche tabù, di ribellione al sistema e in opposizione al potere che governava la Spagna (criticando sia il dittatore Francisco Franco che la Famiglia Reale). Nel 1982 esce il primo EP Mucha Policia, Poca Diversion, seguito da un ulteriore demo nel 1983, in cui spiccano i primi inni ribelli della band: ETA, Escupe A La Bandera, Maldito Pais (Espana) e Iros A La Mierda. Dopo l’uscita di questi due EP, iniziano i problemi giudiziari per i ragazzi di Santurtzi: infatti, vengono arrestati con le accuse di oltraggio alla Guardia Civil ed alla Famiglia Reale.



La detenzione, scontata a Bilbao, portò ad una raccolta firme per richiedere la loro scarcerazione ed accentuò la rabbia e l’insofferenza provate dal gruppo. Si sentirono traditi anche dai propri concittadini, tanto che nel 1984 pubblicarono l’EP Zona Norte Especial (disco spit con i R.I.P.) e in cui spicca la canzone A La Mierda El Pais Vasco, questa canzone portò il gruppo ad avere molti nemici tra i movimenti culturali e nazionalisti baschi. Non si fecero fermare dalle minacce che li circondavano, infatti, 18 pezzi pubblicati, tra il 1980 e il 1984, rientrarono nel primo LP: Eskizofrenia (1985). La band continuò le sue crociate contro le etichette sociali, tanto da rifiutare l’offerta della Sonua Records di entrare a far parte del movimento Rock Radical Vasco, perché per loro “Il rock non ha patria, nemmeno quella basca” e congiuntamente non smisero di rivolgere attacchi alla Spagna.

Passati alla Disco Suicidas Records, nel 1986 incidono quello che è considerato il loro capolavoro assoluto: Anti Todo. Un disco contro tutto e tutti, in cui esplode l’energia del punk arrabbiato e in cui parole e musica si avvicinano a sonorità tipiche dell’hardcore e dello street punk. Sempre nel 1986 registrano il loro primo disco live, Impuesto Revolucionario. Sempre con la medesima etichetta discografica nel 1987 esce l’opera rock (in spagnolo Zarzuela Rock) degli Eskorbuto, Los Demenciales Chicos Acelerados: qui il suono è più lento, caotico e pieno di rabbia; come anche i testi, che si approcciano a tematiche come la delusione, la disperazione e la morte. Le stesse tematiche sono riprese l’anno seguente nel LP La mas macabras de las vidas.

Il successo spesso coincide con gli eccessi, Exposito e Suarez sono ormai dipendenti dall’eroina, ma riescono a suonare per due date in Messico, ottenendo più di 8000 presenti ai concerti. Al rientro in Spagna, per mettere a tacere le voci su un prossimo scioglimento, ritornano, a livello discografico, dopo tre anni con Demasiados Enemigos (1991). Purtroppo, questo è l’ultimo lavoro con la formazione originaria, l’arrivo del 1992 segnerà la fine dell’epopea degli Eskorbuto: Iosu Exposito morì il 31 maggio a 31 anni e cinque mesi dopo, il 9 ottobre, fu seguito nello stesso atroce destino da Juanma Suarez (30 anni); entrambi sono morti per problemi di salute dovuti all’abuso di eroina. Pako Galan (il batterista) rimasto solo, decise di pubblicare tre LP con materiale postumo e registrato insieme a Suarez, scatenando ilarità e scetticismo tra i fans: nel 1994 uscì A Kì No Keda Ni Dios, seguito poi da Kalana (1996) e Dekadencia (1999), negli ultimi due però suonarono nuovi membri in sostituzione dei compianti Exposito e Suarez.



Nel 1999 ci fu lo scioglimento definitivo, ma non la parola fine agli Eskorbuto, che sono rinati nel 2015 con ancora Galan alla batteria, Ali Kalana al basso e Naty Penadas alla chitarra; registrando nel 2016 un singolo, Censurados. Anche se il successo non è più lo stesso del periodo fine anni ’80-inizio ’90, perché i fans sono ancora molto legati alle figure carismatiche di Iosu Exposito e Juanma Suarez e vedono con scetticismo l’omaggio di Galan.

Un brano di Anti Todo, intitolato Historia Triste, sembra quasi raccontare (e preannunciare) il destino avverso degli Eskorbuto. Soli, isolati in casa, malvisti dal potere e sfociati infine nel nichilismo (come testimoniato dagli ultimi album). Una strada avversa, piena di buche e che ha portato alla dolorosa fine dei ragazzi di Santurtzi: vittime della depressione, della solitudine e caduti per mano di un “assassino pluri-generazionale”, chiamato comunemente eroina. Anche se la storia e i fans non si sono dimenticati degli Eskorbuto (e forse è anche merito dell’opera di omaggio di Galan), perché gli Eskorbuto sono stati la voce dei giovani insofferenti al potere autoritario, resi depressi da una società moralista e giudicante, grido di rivolta per chi ancora crede nella libertà e verbo che rivendica l’autenticità delle proprie idee e di non voler stare con nessuno.

No hay amigos, ni enemigos.

Lucha necia, Todos contra Todos!

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