Le sedute spiritiche sono un affascinante metodo di investigazione dei romanzi e delle storie di fantasia, molto di rado nella realtà medium e sensitivi sono serviti in vere indagini della polizia, anche se per certi avvenimenti sono stati interpellati. C’è però un caso che sfugge a queste due casistiche e che ha a che fare con il rapimento che più ha scosso l’Italia nel secolo scorso.
È la storia di Gradoli: c’entra una seduta spiritica, alcuni importanti economisti italiani e il rapimento di Aldo Moro. Per prima cosa vi racconterò i fatti per come si sono svolti e poi li andremo brevemente ad analizzare.
Il 24 Marzo 1978 le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro compiendo una strage ai danni della sua scorta in Via Fani a Roma. Da quel momento di Moro si perdono le tracce, dove è tenuto dalle BR? Si innesca immediatamente il panico tanto tra i cittadini, quanto tra i politici e si rischia una vera e propria paralisi politica. Sono settimane di indagini febbrili nelle quali in molti sembrano avere interessi, sia a liberare Moro, sia che lui rimanga sequestrato e addirittura venga ucciso.
Vengono fatte perquisizioni, arresti, ma ogni vicolo è cieco. Circa dieci dopo il sequestro, il 2 aprile, lontano da Roma, a Zappolino, in un casolare nella campagna bolognese un gruppo di amici si ritrova per passare un pomeriggio in compagnia. Sono uomini importanti con le rispettive moglie, quasi tutti vengono dal mondo della finanza e dell’economia, tra questi c’è anche un giovane Romano Prodi, che venti anni dopo sarà prima Presidente del Consiglio italiano e successivamente anche Presidente del Parlamento Europeo.
Gli amici stanno trascorrendo serenamente il pomeriggio quando alcuni di loro propongono un gioco particolare per ingannare il tempo, provare una seduta spiritica col piattino. Ovvero sul tavolo dispongono una serie di cartoncini con scritte le lettere dell’alfabeto e i numeri. Al centro mettono un bicchierino capovolto e ognuno di loro, sono una dozzina, deve tenere un dito sul bicchiere, senza che la catena venga interrotta. Nessuno tra loro è un medium dichiarato e si limitano a fare delle domande agli spiriti. Dato che il caso Moro assorbe qualunque interesse nel paese in quel momento viene naturale chiedere dove sia nascosto in quel momento Aldo Moro. Inaspettatamente il bicchierino si muove e va a comporre le parole Bolsena, Viterbo, Gradoli. Infatti esiste un paesino vicino al lago di Bolsena, in provincia di Viterbo che si chiama proprio Gradoli. Gli amici rimangono stupiti, pensierosi si chiedono se e quanto dare importanza a quel messaggio.
Di fatto Romano Prodi, che tra di loro ha i maggiori contatti con la politica, si incarica di passare la notizia al governo di Roma. Così alcuni giorni dopo una missione speciale dell’esercito ispeziona ogni abitazione e luogo di Gradoli, ma senza avere alcun riscontro. Passano altre settimane e per via della segnalazione di una perdita d’acqua i vigili del fuoco irrompono in un appartamento di Via Gradoli a Roma. L’ambiente è ormai abbandonato, ma scoprono quello che è stato sicuramente un covo delle BR, dove anche Aldo Moro ha brevemente soggiornato durante il suo sequestro.
L’indicazione della seduta spiritica risulta quindi vera, anche se purtroppo mal interpretata!
Molte questioni inquietanti si aprono con questa strana vicenda medianica, andiamole ad analizzare.
Come accennato all’inizio a volte i medium vengono interpellate per delle indagini (di tale argomento si occupata la nostra trasmissione Dead Sound): chi veramente ha competenze medianiche, volendogli credere, usa altri metodi più discreti e rispettosi, mente questa storia ha proprio il sapore della farsa. Intanto a quella seduta nessuno era conosciuto per particolari poteri, ma anzi era nata solo come un gioco. Un gioco che doveva proteggere chi sapeva una notizia delicatissima e voleva farla trapelare senza rischiare niente. Perché questo bisogno di anonimato? Perché non rivolgersi ai servizi segreti italiani? La risposta è emersa col passare dei decenni, infatti si è scoperto che in quel periodo ogni apparato dello stato italiano era attraversato da correnti di tipo massonico o terroristico o anarchico che depistavano, insabbiavano, distorcevano le indagini, anche all’interno dei servizi segreti. Perciò chi aveva avuto quella soffiata dovette trovare un metodo alternativo, al limite del ridicolo, che proteggesse se e la notizia dai malintenzionati.
Il trucco del piattino è di facile manipolazione, tutti negano di starlo muovendo, ma basta che uno invece lo faccia per ingannare tutto il gruppo e se è abile nessuno potrà mai dire con certezza chi era a realizzare il trucco. Quindi uno di loro dodici aveva saputo che Moro era legato a Gradoli e ha inscenato quella farsa per passare, senza poter essere identificato, la notizia chi davvero poteva farne uso, ovvero a Romano Prodi. Perché non limitarsi a mandargli un biglietto anonimo? perché con la “seduta” c’erano persino dei testimoni e Prodi non avrebbe potuto negare di aver ricevuto l’informazione, non poteva esimersi dal portarla all’attenzione del Governo.
Il nostro informatore aveva fatto bene i conti, infatti Prodi pur promettendo al gruppo di darsi da fare si muove solo alcuni giorni dopo, come se la paura di essere coinvolto per un po’ avesse davvero avuto la meglio su di lui. A quel punto si reca a Roma per affari personali, ma coglie l’occasione per passare dalla sede del Partito Democrazia Cristiana e parlando informalmente con alcuni dei suoi esponenti di spicco, tra cui pare anche Tina Anselmi, racconta questo curioso fatto accaduto giorni prima. Qualcuno avrà creduto realmente alla seduta spiritica? Probabilmente no, ma in quelle settimane, qualunque pista, perfino la più assurda veniva battuta. E così accadde.
Rimangono tre domande. Primo: chi di quella dozzina era l’informatore? Non lo sapremo mai con certezza. Secondo: perché non ha specificato Via Gradoli, ma ha indicato il paese? Si possono fare due ipotesi: la prima è che credeva ci sarebbe stata un’indagine più accurata e che gli investigatori avrebbero da soli pensato anche alla possibilità di una via con quel nome. Ma si sbagliava e purtroppo c’è stata la triste dichiarazione della vedova di Moro a confermarlo, che informata di questa pista disse al carabiniere che l’aveva avvisata “forse esiste una via Gradoli in cui cercare” e si sentì rispondere “No signora, a Roma non esiste nessuna via con quel nome” Una svista? Un depistaggio? Non lo sapremo mai.
Oppure il nostro informatore sapeva solo quel nome e non a cosa fosse legato e questo ci porta alla terza domanda: come aveva avuto la notizia?
Anni dopo i membri della BR arrestati, leggendo i nomi delle persone presenti alla seduta, dissero che alcuni di loro aveva amici o parenti vicini agli ambienti dell’estrema sinistra, dove alcuni dettagli del sequestro erano sicuramente trapelati. Quindi il nostro informatore aveva avuto la notizia di seconda o terza mano, incompleta, ma si era sentito in dovere morale di far conoscere quel poco che sapeva per salvare Aldo Moro. La storia, lo sappiamo è andata in altro modo.
Lista dei partecipanti alla “seduta spiritica” di Zappolino (fonte: documenti allegati alla relazione pubblica della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Strage di Via Fani e il Sequestro e Assassinio di Aldo Moro)
Professor Mario Baldassarri
Ing Franco Bernardi
Prof. Gabriella Bernardi
Prof Alberto Clo’
Prof Carlo Clo’
Dr. Emilia Fanciulli
Dr. Flavia Franzoni Prodi
Prof. Fabio Gobbo
Dr. Adriana Grechi Clo’
Prof. Romano Prodi
Dr. Gabriella Sagrati Baldassarri
Dr. Licia Stecca Clo’
Comments