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Il giocoliere e l’omaggio de I Ratti della Sabina a Gianni Rodari

Aggiornamento: 15 ago

Ci sono personaggi in grado di inventare mondi e, perché no, di costruire interi universi col solo uso della parola abbinata ad un’immensa fantasia. 

Nell’ipotetico tendone in cui nascono i personaggi di Circobirò (2003), terzo album de I Ratti della Sabina, dopo Il violinista pazzo, Seila, L’uomo che piantava alberi e molti altri, prende forma la figura de Il giocoliere. Egli però non è il classico giocoliere da circo, il suo spettacolo è colmo di parole, filastrocche, fiabe e poesie. Ed il suo nome è Gianni Rodari, l’uomo che reinventò la narrativa per bambini nel ‘900, riprendendo e innovando vecchie storie, ma creandone anche di nuove.

Nelle prime due strofe i bambini vengono invitati ad ascoltarlo, perché nelle sue parole ci sono mondi interi da scoprire, ma il narratore ricorda poi come e quando lui abbia conosciuto questo personaggio, che gli ricordava di non buttare via la fantasia che aveva negli anni ad una cifra sola e di crescere rimanendo sempre fedele a ciò che aveva dentro il cuore.



Il giocoliere continua a raccontare le proprie fiabe, prima le filastrocche in cielo e in terra e poi le vicende di quell’uomo che ogni volta sbagliava a raccontare le storie, venendo cacciato dagli adulti che non comprendevano il suo estro, ma apprezzato dai bambini perché permetteva loro di costruire nuovi mondi e di avere nuove favole da diffondere. In queste due strofe vengono citate le opere più conosciute di Rodari, ma anche criticati quegli adulti privi ormai di fantasia e così piccoli da non riuscire a capire che l’immaginazione altrui va sempre compresa e stimolata.

Sopra l’ipotetico tendone, la Luna ed il Sole sorridono insieme nell’ascoltare le storie del giocoliere, mentre egli inventa parole e filastrocche o ripete quelle che già sa disegnandole sul foglio sconfinato dell’immaginazione.

I ritornelli, nel brano non esistono a parole, ma sono rappresentati da assoli dei vari strumenti tipici delle canzoni de I Ratti (violino, chitarre, basso e percussioni varie). Ed è l’ultimo ritornello musicato a guidare la canzone verso la strofa conclusiva, quella in cui il narratore si congeda dal cantare ed invita i bambini a cui ha parlato ad ascoltare sempre il giocoliere e che la loro vita possa fare come il circense, possa sorridergli dolcemente ed in eterno.

Gianni Rodari è stato uno degli artisti più apprezzati nella seconda metà del ‘900, tanto che ancora oggi i suoi racconti, filastrocche e poesie vengono insegnati ai bambini delle scuole elementari. Un uomo che ha saputo, grazie alla propria fantasia, ispirare intere generazioni di artisti e donare ai suoi lettori l’immaginazione di poter fondare nuovi mondi o dare altri colori alla realtà del mondo in cui si vive.

Il giocoliere non è mai morto, il suo sorriso ancora oggi entra tra i banchi delle scuole e porta felicità a tutti quei bambini che rimangono stupiti e folgorati dalle sue parole.


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