Pubblichiamo di seguito l'intervista esclusiva che Umberto Maria Giardini ha concesso a Radio Nowhere.
Innanzitutto ti faccio i complimenti per il tuo concerto a Roma: quando la musica riesce ad entrare in una catarsi cosi profonda è capace di toccare nervi scoperti e non fa che ricordarci quanto sia importante. Come vivi dopo molti anni i tuoi concerti?
L'attività live è qualcosa di determinante per un musicista, specie per chi come me, vive la musica in modo estremamente viscerale. Purtroppo che per coloro che non smuovono grosse cifre, è diventato molto difficile suonare dal vivo. Le agenzie di booking non lavorano ne chiudono date per progetti come il mio, preferendo situazioni in cui si guadagna di più con una semplice mail; questa tendenza si è oramai diffusa a macchia d'olio sia sul territorio che nelle modalità lavorative del settore, causando un enorme deficit per chi vuole suonare e per coloro che lo sanno fare. Vivo pertanto in un limbo tra chi potrebbe lavorare tanto e chi invece lo fa poco, ma bene.
Mondo e Antimondo colpisce fin da subito per la grande forza emotiva, un album molto ancorato a cose terrene, ma al contempo colmo di forti slanci verso l'alto. Quanto è importante essere in uno stato di connessione spirituale per scrivere?
E' determinante, anche se nel nostro paese oramai conta sempre meno. La connessione e il reale valore di ciò che si scrive, per chi lo scrive, è importantissimo, tuttavia lascia il tempo che trova, perché l'ascoltatore si accorge sempre meno di questo valore aggiunto. Credo che stare bene con se stessi aiuti tantissimo, ma è uno stato di grazia che non sempre si può raggiungere, ne mantenere quando lo si acquisisce.
La canzone che chiude l'album, Mondo e Antimondo, ha una forza Nietzschiana, un nichilismo attivo potentissimo, la morale sociale viene rigirata per una verità più personale e vera. Puoi dirci qualcosa di più sull'argomento e sul titolo stesso dell'album?
Sull'argomento posso dire ben poco; si tratta di qualcosa di molto personale, legato all'onestà, alla verità, e alla morale (per l'appunto). "Mondo e antimondo" nasce dalla consapevolezza che la nostra vita step dopo step, anno dopo anno, si è modificata tantissimo, ovunque. Ciò che appare il male e il contraddittorio oggi può diventare in un attimo il giusto e il condivisibile. Tutto è deviato, tutto è storto, tutto è antimondo. Chi è scadente e approssimato rischia di farcela davvero, perché tutto ciò che ci circonda oggi è tale e quale.
Quali sono le cose che hai letto che più ti hanno influenzato negli ultimi anni?
Leggo generalmente solo biografie. Rossana Rossanda con il suo capolavoro "La ragazza del secolo scorso" è il libro più importante della mia vita.
In Figlia del corteo sembri esporti alle colpe del mondo che abbiamo dato ai nostri figli. Credi che riflettere sulle responsabilità che ognuno di noi ha per come vanno le cose, sia un primo passo per migliorarle?
No, credo che oggi sia impossibile migliorare sulle cose importanti, lo si fa solo sui gesti della quotidianità e di piccola entità, non sulle vicende che dovrebbero salvare il mondo. Il nostro genere umano è destinato a peggiorare ulteriormente, il declino che stiamo vivendo negli ultimi 20 anni è solo l'inizio di una fase crescente che non porterà a nulla di buono. Chi vivrà vedrà...
Versus Minorenne ha uno dei testi più criptici dell'album, sembri evocare sensazione tipiche dell'età adolescenziale, sembrerebbe riguardare tre ragazzi. Puoi dirci qualcosa di più?
E' la mia adolescenza, con le mani sempre sporche e i capelli biondi lunghissimi e perennemente sudati. Di più non saprei cosa dire, mi occorrerebbero 100 interviste pochi comprenderebbero determinati significati legati perlopiù agli anni 70, sarebbe difficile far comprendere quello che riesco a rievocare nella mia mente.
Nei giardini tuoi, Muro contro Muro e Le tue Mani cantata da Godano, sono un trittico di canzoni d'amore molto toccanti. Il filo conduttore sembra essere la difficoltà di comprensione e connessione con l'altro in una relazione finita. Pensi che nel mondo postmoderno e ipertecnologico in cui viviamo le relazioni, ma in generale la connessione all'altro, si siano complicate?
Le relazioni? le connessioni? Non so davvero di cosa parli amico mio.. queste cose fanno parte del passato. Chi si illude di avere connessioni e/o relazioni è un ingenuo, quelle caratteristiche sono solo apparenti, poiché estinte da molti anni. Tutto ciò che assomiglia a questo di cui parli non è altro che una rappresentazione della realtà a carattere sociologico ma reale solo per comparazione. Crediamo che lo sia, perché apparentemente viviamo queste sensazioni, ma di fatto non lo sono più. L'avvento della rete e soprattutto il suo sviluppo e le sue derivazioni (social) hanno azzerato tutto in minimi termini. Chi non ne ha la consapevolezza o sminuisce questa conseguenza più o meno naturale, non può rendersene conto, spesso perché troppo giovane. Mio figlio ha 10 anni, ma non comprende cosa significhi un mondo senza il cellulare, il tablet, il computer. La tv è medioevo e non solo per i contenuti, ma anche per il fatto che, si guarda e basta senza interagire. Tutto cambia, tutti noi siamo cambiati, e non si può tornare indietro.
Cosa sono le cose che più ascolti e ti piacciono ultimamente?
Musica classica, occasionalmente cantautori folk americani degli anni 70a, gli unici musicisti ancora vivi che mi interessano sono i Melvins.
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