Come si è evoluta la promozione e la comunicazione dei gruppi nell’underground? Quali erano gli strumenti? Come era vissuto? Mi sembra ieri quel tempo in cui mi recavo dal giornalaio e puntualmente ogni mese acquistavo Metal Shock, Metal Maniac e Rock Sound. Non vedevo l’ora che uscisse il nuovo numero della rivista, magari per scoprire cosa si dicesse dei miei beniamini, per conoscere nuove realtà o semplicemente ammirare il poster di turno. Ebbene, questa è solo un’epoca di quella promozione che a me, personalmente, tanto piaceva.
Ma facciamo qualche passo indietro. Partiamo dai famosi anni 80’. In quel periodo la promozione dei gruppi avveniva scambiandosi materiale durante i concerti. In quei locali pregni di fumo di sigarette era facile trovare membri di qualche band appassionata del genere che con sé aveva dei demo o qualche sticker della propria band. Il concerto in quel periodo veniva, probabilmente, vissuto in un modo diverso rispetto a oggi. Non c’era solo il piacere di godersi la propria musica ma erano momenti di discussione, confronto e socializzazione. Per farsi pubblicità i gruppi si scambiavano le proprie musicassette con quelle favolose copertine disegnate a mano con il pennarello nero. Infine, c’era anche la distribuzione della locandina del proprio show. Qui possiamo esclamare: “Che tempi!”
Negli anni 90’, invece, a dare supporto alle band underground erano le riviste. In quell’affascinante cumulo di carta si trovavano recensioni, interviste, live report, date di concerti e foto esclusive. Le redazioni erano zeppe di demo da recensire e sulle scrivanie non c’era spazio per nulla. Le riviste davano la possibilità non solo di sapere cosa si dicesse dell’ultimo disco degli Iron Maiden o dei Metallica ma anche di scovare nuovi gruppi da tutto il mondo. Probabilmente, in termini economici, questo era il periodo più fiorente per tutti. C’era lavoro per i gruppi, per le etichette, le agenzie di booking, i locali e addirittura le tipografie avevano più impegni da mantenere.
Successivamente, con l’avvento globale di internet molte cose cambiarono. A parer di chi scrive si cominciò a perdere quel pathos di una volta ma soprattutto, andava a perdersi proprio il concetto di “Underground”. Con internet ad un certo i gruppi erano quasi tutti a portata di mano. Le riviste pian piano andavano a diminuire, a queste si sostituivano i webzine, alla portata di tutti ma soprattutto istantanei. La promozione, poi, si spostò anche sui social. Il primo fu MySpace, che in un certo modo potremmo considerarlo come il padre di questi canali fino ad arrivare agli attuali Facebook, Youtube, Instagram e Tik Tok.
Insomma, di tempo ne è passato e come si può notare tanti modi e tanti approcci sono cambiati. Qualcuno dirà in peggio, altri in meglio ma il dato di fatto è il mutamento della promozione.
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