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Immagine del redattoreRaffo Ferraro

LOUDER THAN EVERYTHING ELSE - MADE IN JAPAN STASERA A LOVE YOU LIVE

Aggiornamento: 16 ago



La settimana scorsa Made in Japan dei Deep Purple ha compiuto cinquant'anni. O meglio, tanti ne sono passati dalla sua pubblicazione avvenuta l'8 dicembre del 1972. La registrazione dei concerti che compongono il live risale invece all'agosto dello stesso anno.

E Made in Japan sarà proprio il protagonista della puntata di stasera di Love you Live in cui sarò, ancora una volta, affiancato da un ospite, Michele Teso, per parlarne.

L'inizio degli anni '70 non è il momento migliore per registrare delle esibizioni dal vivo, la tecnologia non è spesso all'avanguardia sotto questo aspetto e i live non sono molto richiesti dal mercato. Per i detti limiti tecnologici e per qualche carenza tecnica di molti performer, spesso sono molto lavorati con correzioni e sovrainicisioni in fase di post produzione.

I Deep Purple sono all'apice del loro momento creativo dopo aver pubblicato negli ultimi due anni altrettante pietre miliari dell'hard rock come In Rock e Machine Head, intermezzati da Fireball, un album più sperimentale che è stato oggetto di (doverosa) rivalutazione nel tempo. Gli album sono ottimi ma se c'è qualcosa in cui i Deep Purple eccellono sono le esibizioni dal vivo e per questo l'etichetta discografica preme per la pubblicazione di un live. Prendete quattro virtuosi ai rispettivi strumenti: Ian Paice alla batteria col suo caratteristico tocco jazzato e i suoi passaggi mai scontati, Ritchie Blackmore alla chitarra con una velocità rara per i tempi e un vero e proprio talento per riff e assoli, Jon Lord all'hammond con la sua formazione classica (nel 1969 aveva composto, a 24 anni, un Concerto per gruppo e orchestra che consta di tre movimenti) unita a una notevole capacità di improvvisazione e Ian Gillan alla voce dotato di una grande capacità interpretativa e all'apice dell'estensione dopo aver lavorato duro per raggiungere alcune note del musical Jesus Christ Superstar in cui interpretava Gesù (non nel film a causa di impegni coi Deep Purple). Aggiungete a questi quattro Roger Glover, un bassista normale ma capace di dare un grande apporto in fase compositiva sia per quel che concerne le musiche che i testi e il fatto che la band fosse all'epoca nel Guinnes dei primati come la più rumorosa al mondo e la miscela è completa. I Deep Purple accettano di realizzare il live la cui pubblicazione è inizialmente prevista solo per il mercato nipponico.

I cinque arrivano per la prima volta in Giappone ad agosto per tre date e restano sorpresi dal pubblico che, a differenza di quello europeo e americano, è molto silenzioso durante le esibizioni e applaude compostamente tra una canzone e l'altra; e questo è sicuramente un elemento che aiuta la registrazione. La prima sera a Osaka la band è un po' tesa e infatti di quel concerto finirà nel disco "solo" Smoke on the Water ma nella sua versione più celebre che le darà quella fama che la rende una delle canzoni più conosciute della storia del rock. Negli altri due show invece i Deep Purple danno il massimo di se stessi e realizzano performance memorabili degli altri sei pezzi che compongono la setlist dell'album (e dei concerti): Highway Star, Child in Time, The Mule, Strange Kind of Woman, Lazy e Space Truckin'. Da notare che The Mule, l'unico pezzo tratto da Fireball, è accennato per lasciare spazio all'assolo di batteria di Ian Paice, mentre la finale Space Truckin' è il veicolo per le lunghe improvvisazioni di Blackmore e Lord che ne dilatano la durata fino a quasi 20 minuti. Strange Kind of Woman è invece la canzone al termine della quale assistiamo al duetto tra la chitarra di Blackmore e la voce di Gillan che ne riproduce i suoni.

Il risultato delle registrazioni è così sorprendente che il live verrà poi pubblicato in tutto il mondo e influenzerà varie generazioni di musicisti fino ai giorni nostri. Sarà inoltre il primo di decine e decine di live dei Deep Purple di ogni epoca che testimoniano le doti sul palcoscenico di questa band che trascendono (quasi sempre) i molti cambi di formazione.

Nella riedizione per i 25 anni di Made in Japan sono stati poi aggiunti anche gli encores di quei concerti: Black Night, Speed King e la cover di Lucille.


Lo ascolteremo insieme stasera e ne discuterò col mio ospite e con voi attraverso la chat nel corso della puntata di Love you Live in diretta dalle ore 21 su www.radionowhere.it.

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