Quando si parla dei Master e di Paul Speckmann non si può fare altro che inchinarsi o togliersi il cappello. Il gruppo è tra i padri fondatori del Death Metal ma purtroppo, almeno fino agli ultimi anni, non ha riscosso il meritato successo, probabilmente a causa dei vari cambi di line up con conseguenti pause e ritardi nella pubblicazione del capolavoro che è l'album omonimo.
Qualcuno li considera i Motorhead del genere, per il sottoscritto sono gli inventori di questo filone. E Speckmann, invece, è il classico guru vecchio stile, quell'icona del genere che non passa inosservato e resta saldo verso i propri ideali. Gruppi rinomati come Dismember e Terrorizer devono tantissimo ai Master, gli ultimi addirittura si chiamano proprio come una canzone del gruppo inclusa nel disco di cui andremo a parlare. Il percorso dei Master cominciò a Chicago nel 1983 dall'incontro di Paul Speckmann e Bill Schmidt i due però, si divisero per ritornare insieme poco tempo dopo e iniziare il calvario della pubblicazione dell'omonimo disco. Questo platter è in puro stile Death Metal old school: tematiche sociali, sound grezzo, riff potenti e selvaggi. Si tratta di una vera pietra miliare che i cultori del genere devono per forza custodire tra i loro scaffali in quanto rappresenta un pezzo importante di storia. Ascoltare perle come Unknow Soldier, Funeral Bitch e Terrorizer è d'obbligo. I riff e le sfuriate di queste tracce lasciano a bocca aperta chiunque le senta. Un pezzo che evidenzia l'ingegno del gruppo è anche la violenta Pay to Die, inoltre, c'è una straordinaria versione personalizzata di Children of the Grave dei Black Sabbath. I Master sono un gruppo che purtroppo ed erroneamente è stato messo da parte da troppi. La loro musica segna un'epoca e molti gruppi più rinomati devono tantissimo al sound di Speckmann. E' imperativo ascoltarli e avere nella propria collezione una qualsiasi delle loro produzioni.
Comments