Saltando la storia del telefono senza fili, del Walky Talky e di come siamo nati da un cordone ombelicale che ci passava tutto dentro un grembo pieno di placenta, arriviamo a soli due anni fa: nel 2020 la radio è ancora un mezzo molto economico da fare ed ascoltare: che ci si trovi a casa o in movimento, è sufficiente avere un ricevitore, un telefono, una connessione Internet. La radio è un mezzo altamente compatibile con lo stile di vita odierno, e la pandemia di Covid ha dato uno slancio ulteriore e nuove prospettive. Tre miliardi di persone ascoltano almeno una volta settimana le circa 100.000 stazioni esistenti al mondo in migliaia di lingue.
Soprattutto se vivono in zone remote, se sono poveri o analfabeti. La radio si ascolta principalmente per la musica, lo sport e le notizie locali, poi vabbè ci sono radio come la nostra in cui trovate anche molto di più approfondimenti, cultura, cinema e altro… breve spot. In particolare le emittenti più ascoltate sono quelle che si occupano di previsioni meteorologiche e notizie sul traffico!
Quindi questo mi dice che sta diventando un po’ troppo un ascolto per necessità. Non per piacere, non ascolti certo il meteo per dilettare le orecchie! Ma arriviamo come Martin e Doc al 2004, quindi “ torniamo” alla vecchia radio contemporanea: a tutto quanto già detto si sono aggiunti i podcast, che permettono alle persone di ascoltare programmi lunghi in momenti diversi della giornata scelta. I podcast sono, in effetti, l’ultima tappa di evoluzione cominciata nel ‘75 con il videoregistratore, ed esplosa al livello sociale il 14 febbraio 2005, San Mateo, California, Stati Uniti. Con la fondazione di YouTube.
Il primo video YouTube è ancora online. Basta digitare “Me At The Zoo”. Sullo schermo comparirà Jawed Karim, allora ventisettenne, primo utente e fondatore di YouTube. Era il 23 aprile del 2005. I paesi dove le radio hanno attecchito di più sono gli Stati Uniti, il Brasile, la Francia e la Spagna.
Nel 2020 negli Stati Uniti erano 8 milioni i cittadini che ascoltavano la radio almeno una volta la settimana, sempre di più attraverso Internet. Il tempo dedicato all’ascolto oggi è di soli 100 minuti al giorno, rispetto ai 240 negli anni ‘30. Il numero di radio commerciali statunitensi è cresciuto da 10.000 nel 2000 ad oltre 15.000 nel 2019! Il 60% degli americani di età superiore ai 18 anni crede che la radio se il media più affidabile, soprattutto dopo la pandemia. Il network pubblico NPR ha 849 stazioni radio senza scopo di lucro, soprattutto musicali ed è stata NPR a lanciare il primo podcast al mondo: NPR One. Era un aggregato di varie trasmissioni andate in onda sulla rete con l’aggiunta di contenuti esterni. Obiettivo del network era diventare una sorta di Netflix dell’audio, ma podcast di successo sono stati lanciati anche da Google Spotify e da testate come Daily News e New York Times. In Gran Bretagna, nel 2020 ascoltavano ancora la radio almeno una volta alla settimana, il 90% degli adulti, il 15% via Internet ma il tempo di ascolto è diminuito da 22,3 ore a settimana calcolato nel 2010 a 20,2 ore nel 2020.
Le stazioni più ascoltate sono BBC radio 2 e BBC radio 4, che dal 1942 trasmette uno storico programma musicale chiamato Desert Island Discs. A seguire troviamo BBC radio 1 e Classic Fm. Ancora una volta si parla di musica, sport e meteo. Il BBC World service, servizio trasmette in 40 lingue e raggiunge teoricamente oltre 210 milioni di persone a settimana nel mondo. In Francia invece, nel 2020 erano oltre 40 milioni di ascoltatori giornalieri di almeno una delle 1235 stazioni radio pubbliche, cui si aggiungono 1415 emittenti private. Anche qui circa il 15% preferisce ascoltare la radio su Internet. In cima alla lista delle radio preferite dal pubblico si trovano: RTL, NRJ Europe 1 e Skyrock. Fioriscono anche le emittenti musicali e comunitarie. In 10 anni però tutte le radio francesi hanno perso oltre 2 milioni di ascoltatori. La pandemia sembra aver rallentato il declino e rimpolpato lo zoccolo duro di ascoltatori. Skyrock, fondata da Pierre Bellinger nel 2017 è stata uno dei pochi media tradizionali ad aver creato un social network proprio, che ha preso il nome di Scred e consiste in un sistema di messaggistica sicura peer to peer. All’inizio del 2021 aveva 8 milioni di utenti nel mondo è un nuovo iscritto ogni sei secondi. In Germania nel 2020, 36 milioni di persone ascoltavano ancora quotidianamente 443 stazioni radio, un leggero calo rispetto al 2016.
In India il 99% della popolazione ha accesso alla radio. Le frequenze appartengono al 100% al network di proprietà statale All India Radio AIR. Le radio private sono autorizzate a trasmettere solo musica e intrattenimento, ma solo 50 milioni di persone le ascoltano regolarmente, ovvero il 3% della popolazione indiana. Infine in Cina gli ascoltatori regolari di emittenti radiofoniche sono il 22% e le stazioni più ascoltate quelle che passano musica e notizie sportive.
La radio esiste ormai da un secolo e ha ancora un grande futuro davanti: è stata e continuerà a essere il primo punto di contatto con l’informazione generalista per chi abita lontano dai grandi centri urbani. Dove c’è Internet, la radio si potrà ascoltare dal telefono, dalla DAB o VPN. Sarà più facile creare nuove stazioni e lavorare programmazioni più sofisticate, oltre che creare emittenti che parlano in qualsiasi lingua, favorendo così la sopravvivenza degli idiomi in via di estinzione e rimettendo in discussione il globish, questo inglese sommario che imperversa nei dialoghi internazionali. La maggior parte degli introiti delle stazioni radio private verrà dalla pubblicità, sostanzialmente nella forma di sponsorizzazione di programmi o podcast. Le entrate dei podcast supereranno un giorno quelle della radio tradizionale.
Musica, sport e notizie rimarranno al centro della programmazione e i programmi sono e saranno prodotti da giornalisti interni e da specialisti esterni, ma anche suggeriti da ascoltatori. Chi abita in campagna ascolta la radio per informarsi, svegliarsi e avere una connessione con il resto del mondo, e anche per le previsioni del tempo e i consigli sull’agricoltura e altro. Si moltiplicheranno le stazioni specializzate, in campi sempre più diversi e sempre più personalizzate, come radiant, che crea una playlist sulla base delle preferenze di ogni ascoltatore, dell’ora del giorno e del meteo, oltre a trasmettere con regolarità gli ultimi notiziari. Sarà anche possibile combinare programmi di diverse stazioni in unico medium personale. Anche i giornali e le TV lanceranno le loro stazioni radio. Già oggi sono disponibili diverse applicazioni Che permettono di produrre trasmissioni e metterle online sotto licenza in forma di podcast. Aziende come Bass brut e transitorie e la Francese audio mi offrono servizi di hosting, distribuzione e monetizzazione dei podcast, che sono e saranno anche trasmessi su piattaforme commerciali tradizionali come Spotify o deezer.
Noi siamo quì, se avete voglia di un po’ di sano Rock e tante belle storie, scritte e narrate!
Fonte : “ Disinformati” - Jaques Attali
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